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Gli Editti sui vecchi

(antica favola siciliana)

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I covoni di grano, murale di Dattilo, fraz. di Paceco (TP)

Si racconta che anticamente c'era un re malvagio, il quale un giorno emise il seguente editto: "Pi ordini di So Maistà lu Re veni fattu obblicu a tutta la popolazioni di livari di 'mmezzu li vecchi pirchì orama' 'un servinu cchiù.(1) Tutti si affrettarono a rispettare la volontà del sovrano per non incorrere nelle sue ire, ma ci furono due giovani che non se la sentirono di fare del male al loro vecchio genitore e preferirono tenerlo nascosto in casa.
Qualche tempo dopo in quel paese ci fu una forte siccità e i contadini non ararono la terra perché si convinsero ch'era inutile seminare il grano. Quei giovani, invece, si rivolsero al padre, come erano soliti fare nei momenti difficili, e gli chiesero: "Pa', niàtri ch'amu a fari?"(2) E il vecchio rispose: "Stanotti mittiti fora 'na canna e viremu comu agghiorna" (3)
I giovani tennero una canna fuori per tutta la notte e al mattino la trovarono bagnata di rugiada. La mostrarono al padre e questi, avendola esaminata attentamente, disse ai figli: "Ora lavurati la terra!" (4)
Venuto il momento della semina, si rivolsero ancora al padre, il quale consigliò di ripetere l'operazione della canna.
Anche questa volta la canna al mattino fu ritirata bagnata, perché di notte vi era caduta sopra la rugiada. Quando la vide il padre disse ai figli: "Ora siminati!" (5)
Seminarono il grano e, per loro fortuna, un'abbondante pioggia, che finalmente si decise ad arrivare, lo fece germogliare e crescere rigoglioso.
Al momento della mietitura quei giovani furono in tutto il regno gli unici a raccogliere il grano.
Quando il re fu informato di questo fatto eccezionale pensò ad una stregoneria e fece venire a corte i due fratelli per interrogarli. Essi furono costretti a confessare che avevano ottenuto quel raccolto seguendo i consigli del padre, nascosto in casa.
Inginocchiati ai piedi del sovrano gli chiedevano clemenza, ma quello, piuttosto che punirli, li fece andare via liberi dicendo che voleva vedere il loro padre. Quando il vecchio fu al suo cospetto il re gli chiese come avesse fatto a capire che bisognava arare la terra e seminare nonostante ci fosse la siccità. E l'uomo rispose: Maistà, quannu vitti chi la canna era troppu vagnata d'acquazzina, capìi chi lu celu si stava sprimennu. Chistu mi lu 'nsignaru tutti l'anni ch'ajiu passatu supra 'sta terra."(6) Allora il re si convinse che il suo decreto era sbagliato e ne emise immediatamente un altro in cui c'era scritto: "Ora li vecchi 'un si levanu cchiù di 'mmezzu, anzi si rispettanu e s'ascutanu picchì sannu cchiù cosi di li picciotti." (7) (S.B.)

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Traduzione:

  1. Per ordine di Sua Maestà il Re é fatto obbligo a tutta la popolazione di uccidere i vecchi perché ormai non servono più.
  2. Padre, noi che dobbiamo fare?
  3. Questa notte mettete fuori una canna e domattina vedremo come sarà.
  4. Ora arate la terra.
  5. Ora seminate il grano.
  6. Quando ho visto che la canna era troppo bagnata di rugiada ho capito che il cielo tendeva alla pioggia. Questo me lo hanno insegnato tutti gli anni che ho trascorso su questa terra.
  7. Da questo momento i vecchi non si uccidono più, anzi si rispettano e si ascoltano i loro consigli perché sono più saggi dei giovani.

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