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Procope, un siciliano nella Parigi del '600

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Parigi, Caffè Le Procope

Il più antico caffè del mondo é Le Procope di Parigi, considerato anche il primo caffé letterario; risale addirittura al XVII secolo ed é stato sempre frequentato da uomini illustri.
Lo aprì nel 1686 un siciliano che, trasferitosi nella capitale della Francia, fece conoscere in quella raffinata città le delizie della nostra gelateria. Questo geniale imprenditore, pioniere per quanto riguarda quell'attività, svolta per altro in una lontana città straniera, si chiamava Francesco Procopio Capelli, ma da tutti era conosciuto come Procopio de' Coltelli. Alcuni sostengono che proveniva da Palermo, altri da Aci Trezza. Gli aveva insegnato quell'arte suo nonno, che a sua volta l'aveva imparata dagli arabi, migliorandola notevolmente. Anche il nipote, che ne aveva ereditato il talento e la passione per la gelateria, fece delle innovazioni sostituendo al miele, usato dagli arabi, lo zucchero e mettendo del sale nel ghiaccio per prolungarne la durata. In questo modo realizzò il gelato nel senso moderno della parola.
A Parigi Procopio, che intanto aveva francesizzato il suo nome in Procope des Couteaux, aprì nel 1660 una bottega di caffè, in cui si servivano bevande per quei tempi esotiche, quali caffè e cioccolata, e gelati dai gusti più svariati. Le "acque gelate" (l'odierna granita), i "gelati di frutta", i "fiori d'anice e cannella", il "frangipane", il "gelato al succo di limone e al succo d'arancia", la "crema gelato", i "sorbetti di fragola" erano le sue specialità.
Dal momento che quei prodotti incontravano il favore della clientela, aprì il Café Procope nella rue del Fossès Saint Germain (più tardi chiamata rue de l'Ancienne Comedie perché in quella via ebbe la prima sede la Comedie francaise). Serviva il caffè in boccali da birra di 1/4 di litro accompagnandolo con pasticcini dolci o salati. I suoi gelati, ovoidali e messi in coppe a forma di portauovo, furono perfino lodati pubblicamente da Luigi XIV, il Re Sole, che in seguito concesse a Procope quasi l'esclusiva della produzione di gelati nella città di Parigi. In tal modo oltre alla fama arrivò anche la ricchezza.
Nei caffè del passato i clienti erano soliti fermarsi a conversare su argomenti culturali o politici e commentare i fatti del giorno. In alcuni caffè ciò avviene anche ai nostri tempi. Il Cafè Procope diventò, sotto questo aspetto, un punto di riferimento importante per uomini di cultura. Lo frequentarono artisti, filosofi, politici, scrittori e poeti (fra i tanti ricordiamo Voltaire, Rousseau, Montesquieu, Diderot, D'Alembert, Balzac, Hugo, Verlaine, Wilde). Nel XVIII secolo i princìpi dell'Illuminismo, destinati a cambiare la storia della Francia, furono dibattuti soprattutto in quel locale dove ancora si conserva il tavolino al quale amava sedersi Voltaire. Robespierre, Danton e Marat, grossi nomi della Rivoluzione francese, erano soliti incontrarsi lì. Napoleone Bonaparte, allora giovane luogotenente, vi lasciò il cappello a testimoniare la sua presenza.
Si racconta di uno stratagemma al quale ricorreva Procope per attrarre maggiormente la clientela: mandava in giro delle persone con l'incarico di raccogliere notizie sui più importanti fatti del giorno per riferirle, poi, nel suo locale offrendo ai clienti informazioni e spunti di conversazione, molto utili in un'epoca che non disponeva degli odierni mass-media.
Oggi il Procope si trova ancora nella via dell'Antica Commedia ed è sempre meta di visitatori illustri, come nel passato. Ha avuto per qualche tempo delle difficoltà, ma da mezzo secolo é tornato agli antichi splendori ed è diventato anche ristorante. (S. B.)

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