IOCHI 'I NA VOTA
Armando Carruba
Amanti di questo gioco erano le bambine. I bambini, per fare questo gioco, si davano le mani e formavano un semicerchio appoggiandosi al muro, recitando questa filastrocca: Stiriti all'anta E dicevano il nome del primo ragazzo appoggiato al muro. In questo gioco più bambini giocavano, meglio era. I bambini durante i loro giochi sono imprevedibili, riescono a passare da un gioco all'altro con facilità. Sutta o muru sdirrubbatu Era un giochetto molto semplice, alla portata di tutti i bambini. Bastava prendere il bastone di una scopa, metterselo fra le gambe e correre facendo con la bocca il rumore degli zoccoli e il nitrito del cavallo, poi con un pezzettino di legno battevamo sopra il manico come un frustino. Quando una bicicletta si rompeva e si metteva da parte, i bambini ne approfittavano per togliere i cerchioni. Le mamme compravano questo giocattolo - povero - ai bambini piccoli. Consisteva in un pupazzo che impersonava il noto pulcinella. Era sistemato su un pezzettino di tavola con due ruote unite e con un lungo bastone i bambini lo spingevano. Mentre le ruote giravano, con un piccolo fil di ferro fissato ad esse, si muovevano contemporaneamente le mani del pupazzo, che tenevano 2 piattini, facendo fracasso. St'usanza nun c'è cchù, pirchì 'u virdi 'i na vota ha lassatu 'u postu 'o cimentu. In mezzu 'o virdi criscevunu "i ziti" ca erunu fogghi d'aina (avena) e i picciriddi n'addivittevumu a pigghialli. 'I ittavumu 'n coddu all'amici, e secunnu quanti ni ristavunu appizzati 'n coddu, dicevumu: tu sì zitu hai 'a zita.
Ci si procurava una corda di circa sette metri: due bambine la tenevano per le punte e la facevano girare. Nello stesso tempo, ripetevano alcuni nomi di frutta che i bambini si erano dati in precedenza: arancio, pera, limone e mandarino.
Nel frattempo le bambine saltavano la corda.
Era considerata più brava la bambina che riusciva a saltare di più.
Spesso qualche bambina brava nel saltare riusciva a inserirsi nel gioco mentre ancora la corda girava.
Le altre bambine che giravano la corda la incoraggiavano dicendole:“Trasici trasici llà, trasici trasici llà”
A cacocciula
chi cumanna
la regina
e che ha fattu
un figghiu masculu
comu si chiama…
Poi, tutti in fila indiana, passavano sotto il suo braccio e ritornavano al posto iniziale.
Il bambino si ritrovava così con la schiena di fronte al muro.
Si continuava il gioco sino a quando non giravano tutti e infine dicevano: “'a cacocciula, 'a cacocciula, 'a cacocciula!”
Acchiappari
Si faceva la conta, e il bambino che usciva fuori doveva acchiappare gli altri bambini.
Mentre gli altri correvano per non farsi prendere chi veniva preso doveva a sua volta acchiappare gli altri e così via, finchè non si stancavano.
A ‘ccu parra prima
Uno di questi consisteva nel dire delle filastrocche un po' maliziose a discapito del bambino non attento:
Sutta o lettu da zza' Cicca
c'è na ciucettula sicca sicca
cu parra prima si l'allicca.
c'è ‘n diavulu ‘ncatinatu
cu parra prima si lu pigghia ‘ppi cugnatu
Alla fine della filastrocca alcuni bambini dicevano: “Ju pozzu parrari” chi non lo diceva doveva stare zitto per un po'.
'U cavadduzzu fattu co' manicu d'a scupa
'U circulu
Vi toglievano i raggi e dopo spingevano questo cerchione con un pezzetto di ferro piegato, chiamato 'a manigghia.
Puddicinedda batti manu
I ziti
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