Accessi da Gennaio 2000
Scrivici Libro degli Ospiti

L`opira di pupi


Invia questo scritto

L`opira di pupi era fino alla metà del secolo XX lo spettacolo più amato dal popolo. I nobili e i borghesi frequentavano i teatri dove venivano rappresentate opere liriche o di prosa, ma il popolo più modesto era innamorato del teatro dei burattini che metteva in scena le storie dei Paladini di Francia. Orlando, Rinaldo, lo stesso Carlo Magno erano personaggi cari a quel pubblico, che magari il più delle volte non sapeva leggere e scrivere, ma dell`epopea francese sapeva tutto e si appassionava per quelle vicende; s`indignava per il tradimento di Gano di Magonza, trasformato in Cani di Macanza; seguiva ora con ammirazione ora con sdegno le azioni della bella e pur volubile Angelica; piangeva per la morte del suo eroe prediletto, Orlando.
Racconta il Pitrè, appassionato ed intelligente studioso delle memorie siciliane, che nei teatri di Palermo o di Catania, quando Orlando moriva, dopo aver tentato inutilmente di chiamare in aiuto Carlo Magno con il suo mitico olifante, la gente si alzava in piedi e si toglieva il berretto in segno di massima riverenza. E dire che erano soltanto dei pupazzetti vestiti di latta e di stoffa, ma per il pubblico, che li seguiva frequentemente, finivano per avere un`anima ed incarnare dei valori, in particolare la lealtà, l`amor patrio, la fede.
La diffusione del cinema segnò la morte dell`opera dei pupi, intesa come spettacolo per il grande pubblico; a livello amatoriale quell`arte antica viene ancora coltivata a Palermo dalla famiglia Cuticchio e a Catania dalla famiglia Pasqualino. (S. B.)

Indietro