La grotta della Lisaredda
Nietta Cinā
Sciacca, nel cui territorio si trova la Grotta della Lisaredda
Dopo qualche giorno fissammo l'appuntamento per l'escursione. Io ci andai con la mia famiglia, gli zii Pasciuta e Italia. Gilda ci accompagnò nella campagna dei nonni, dove facemmo conoscenza di un giovane garzone, menomato nel fisico (mi ricordava il Ciaula di Pirandello), che conosceva bene la grotta come la sua casa e che ci avrebbe fatto da guida. Non è stato facile entrarvi in quanto l'apertura era piccola. All'interno non filtrava la luce. Eravamo però forniti di lampadine a pila. Il momento più difficile fu il transito da una camera ad un'altra attraverso un passaggio così angusto che dovemmo stenderci a terra a pancia in giù e strisciare al suolo uno per volta con la fioca luce della lampadina tascabile.
Entrati dentro e volto lo sguardo al soffitto basso ci apparve lo spettacolo dei pipistrelli che pendevano con la testa in giù. Non me l'aspettavo! Non ne avevo visti mai tanti! Per fortuna stavano fermi e non ci davano fastidio. Erano tutt'altro che belli, per non dire ripugnanti. Il fatto di essere in tanti lì dentro ci dava coraggio. In ogni caso non saremmo potuti scappare per quel passaggio angusto e buio, che per me è stato il momento più brutto dell'escursione. E se le lampade si fossero spente? Oggi non ripeterei più quella esperienza.
Mi faceva meraviglia la sicurezza della nostra guida, che i genitori tenevano relegata in campagna lontano dalla civiltà e senza istruzione.
Quella giornata è stata ricca di emozioni. Non vedemmo solo i pipistrelli, ma anche le belle stalattiti e stalagmiti, di cui conservo ancora due frammenti.
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